Utilizzo dei pesticidi: fondi europei e italiani li sostengono più dei metodi bio

E' quanto emerge dal rapporto del progetto "Cambia la Terra - FederBio" presentato sabato scorso alla Festa del BIO a Bologna

10 settembre 2018

L’agricoltura bio costa di più e non inquina, eppure non riceve i giusti sovvenzionamenti. È questo che emerge dal Rapporto “Cambia la Terra. Così l’agricoltura convenzionale inquina l’economia (oltre il Pianeta)”, presentato sabato 8 settembre alla Festa del BIO al SANA di Bologna da Maria Grazia Mammucini, responsabile del progetto Cambia la Terra – FederBio.

Il problema non riguarda soltanto le sovvenzioni europee, ma anche quelle italiane: in Italia la superficie coltivata dedicata all’agricoltura biologica è pari al 14,5%, ma riceve sovvenzioni europee solo per il 2,3%. Se vi si aggiungono i fondi italiani, la situazione non cambia di molto, arrivando ad un 2,9%. Al contrario, la politica comunitaria sovvenziona per il 97,7% l’agricoltura convenzionale, ossia quella che fa uso di pesticidi e diserbanti che inquinano l’ambiente.

Il controsenso è evidente non solo nel fatto che l’agricoltura biologica mette in atto un grande impegno per rispettare il più possibile l’ambiente, ma anche nella constatazione che impone più costi: gli agricoltori bio, infatti, pagano le certificazioni, le pratiche burocratiche, nonché l’inevitabile surplus di lavoro necessario per proteggere in maniera ecologica il raccolto dai parassiti senza prodotti chimici inquinanti.

La situazione è ancora più grave se si pensa alle conseguenze dell’inquinamento di suolo e acqua da pesticidi: secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel mondo si registrano ogni anno oltre 26 milioni di casi di avvelenamento da pesticidi, nonché 258 mila decessi.
Inoltre, l’agricoltura convenzionale viene ritenuta responsabile dell’11% delle emissioni di gas serra a livello globale.

A ciò, si aggiunge la scomparsa delle api e di altri insetti impollinatori provocata dall’utilizzo dei pesticidi: come dimostrato da uno studio Usa del 2014 (Environmental and Economic Costs of the Application of Pesticides) ogni anno il danno economico di tale stermino ammonta a 284 milioni di dollari.

Secondo dati pubblicati dal Rodale Institute, le metodiche biologiche di agricoltura utilizzano il 45% di energia in meno rispetto a quelle tradizionali, e producono il 40% in meno di gas serra.

“In altre parole – ha detto Maria Grazia Mammuccini di FederBio - gli italiani e gli europei in generale pagano per sostenere pratiche agricole che alla fine si ritorcono contro l’ambiente e contro la loro salute, a partire da quella degli agricoltori stessi”.