Attività fisica insufficiente: più pigre le donne e i "ricchi"

Uno studio di quattro ricercatori OMS aggiorna i dati sull'inattività fisica: proposti nuovi piani d'azione

5 settembre 2018

L’attività fisica è un aspetto fondamentale nella vita quotidiana, e non certo solo per contingenti esigenze estetiche, ma anche e soprattutto per una vita sana e longeva.

Tuttavia, i livelli di inattività fisica tendono ad essere ancora particolarmente marcati, soprattutto in alcune condizioni socio-economiche e in alcune fette di popolazione.

Proprio ai fini di rilevare queste tendenze, è stato effettuato uno studio da parte di quattro esperti dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che rende noti i nuovi dati pubblicati su The Lancet Global Health. In questo modo è stato misurato l’andamento di elementi già analizzati in precedenza: il quadro globale che ne viene fuori mostra un livello di inattività che resta più o meno stabile dal 2001 e, purtroppo, ancora troppo alto.

Per attività fisica sufficiente nello studio si intendono 150 minuti di attività moderata a settimana o 75 minuti di attività fisica intensa. Nello studio, inoltre, sono stati analizzati i dati di 358 sondaggi in 168 Paesi con un numero di partecipanti che va da 1 a 9 milioni. I numeri sono aggiornati al 2016.

La prima differenza che si nota è quella fra i generi: gli uomini sono più attivi delle donne (31,7% di donne inattive contro il 23,4% degli uomini).

La seconda è quella fra i vari contesti economici: i più inattivi risultano essere i Pasi ad alto reddito (36,8%) rispetto a quelli a reddito medio (26%) e a basso reddito (16,2%). Inoltre, l’attività fisica insufficiente è aumentata nei Paesi ad alto reddito del 31,6%.

Secondo lo studio, se si continua secondo queste tendenze, l’obiettivo di raggiungere una riduzione del 10% dell’attività fisica insufficiente entro il 2025 non sarà raggiunto.

Per gli esperti, dunque, sono le politiche nazionali a dover invertire il senso di marcia tramite azioni mirate, come:

  • Incoraggiare mezzi di trasporto non motorizzati, tramite adeguate infrastrutture (ad esempio, per il ciclismo e le camminate).
  • Favorire e promuovere l’attività fisica negli spazi aperti, nei parchi pubblici e nei luoghi di lavoro.

Tuttavia, gli studiosi lamentano alcune limitazioni che hanno potuto inficiare i risultati:

  • I dati non erano disponibili per tutti i Paesi analizzati e per ogni anno, e la loro disponibilità e qualità variava a seconda dello stessi Paese e degli anni.
  • Molti dati erano autoriportati
  • In alcuni casi, le stime risultavano diverse dalle stime di prevalenza prodotte dai singoli Paesi.

Per favorire un miglioramento dell'andamento mondiale nel settore dell'attività fisica, l'OMS ha stilato un piano d’azione globale sull’attività fisica 2018-2030, con l’obiettivo di suggerire alcune politiche specifiche da adattare ai vari contesti locali.