Benessere Equo e Sostenibile in Italia: uomini più speranzosi verso il futuro rispetto alle donne, ma diminuisce la fiducia nelle relazioni sociali

Il Rapporto Istat mostra un debole miglioramento della percezione complessiva del benessere da parte degli italiani

Il Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile 2018 è stato pubblicato dall’Istat e rappresenta la percezione e lo stato del benessere degli italiani in relazione a vari aspetti che con il benessere hanno a che vedere.

Questi settori sono chiamati ‘domini’ e sono 12, e ognuno di essi raggruppa degli indicatori che misurano vari aspetti dell'area di riferimento e, complessivamente, ammontano a 130.

1. Salute. In questo caso gli indicatori vertono sullo stato di salute e sulla speranza di vita alla nascita e dopo i 65 anni, sullo stato fisico e psicologico degli individui, nonché sulle cattive abitudini come alcol, fumo e sedentarietà.

Si può notare come nel 2017 si è arrestata la crescita della speranza di vita in buono stato di salute, soprattutto nel caso delle donne. Infatti, se il genere femminile vanta una vita più longeva, pare siano peggiorate le condizioni generali, con limitazioni nelle attività dopo i 65 anni che toccano il 58%, contro il 47% degli uomini.

Inoltre, procede a stento la diffusione di stili di vita sani.

2. Istruzione e formazione. In questo caso, gli indicatori riguardano la partecipazione ai vari gradi di scuola nonché la percentuale di giovani che non lavora e non studia. Ancora, si fa riferimento alla competenza alfabetica, numerica e digitale degli studenti.

L’Italia continua a mantenere gli indicatori legati all’istruzione molto inferiori alla media europea, con un alto tasso di uscita precoce dal sistema scolastico. Le competenze avanzate a livello digitale sono vantate solo da un 3% di casi.

3. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Gli indicatori qui vertono su tasso di occupazione e disoccupazione, bassa paga, soddisfazione nel lavoro.

I livelli di occupazione aumentano, anche se ad un ritmo più lento di 10 punti percentuali rispetto alla media europea (62,3% contro 72,2%). Lievi miglioramenti si registrano per ciò che riguarda la sicurezza sul posto di lavoro, con una riduzione degli infortuni e degli incidenti.

4. Benessere economico. In questo dominio si analizzano il reddito medio disponibile, il rischio di povertà, la qualità dell’abitazione e la possibilità lavorare con una certa intensità.

In Italia nel 2017 sembra essere peggiorata l’incidenza della povertà assoluta, che tocca l’8,4% degli individui rispetto al 7,9% del 2016. Al contrario, migliorano le percentuali delle persone a rischio povertà (20,3% contro 20,6% dell'anno prima).

5. Relazioni sociali. Gli indicatori delle relazioni sociali abbracciano l’eventuale soddisfazione nei rapporti familiari e sociali, nonché la partecipazione alle attività di volontariato e civiche.

Questo dominio è tra quelli in peggioramento, con un grande impoverimento delle relazioni sociali in tutta Italia. Calano nel 2017 la partecipazione politica (-3,4% rispetto al 2016) e la possibilità di una rete amicale e parentale di riferimento (-1,3%).

6. Politica e istituzioni. Si analizzano la partecipazione elettorale nonché la fiducia nel sistema giudiziario e politico italiano.

Anche questo dominio vede un peggioramento, con un calo di fiducia nei confronti del sistema giudiziario e politico. Al contrario, questa fiducia aumenta nei confronti delle Forze dell’ordine e dei Vigili del Fuoco.

7. Sicurezza. Nel dominio della sicurezza, gli indicatori vanno ad analizzare le percentuali di furti, omicidi, violenza domestica e sessuale, ma anche la percezione della sicurezza camminando da soli quando è buio.

Calano gli omicidi e migliora la percezione della sicurezza nel proprio quartiere. Ancora preoccupanti sono invece i dati relativi alla violenza di genere: l’80,5% di donne uccise è vittima di una persona conosciuta, e ben 49.152 donne si sono rivolte nel 2017 ad un centro antiviolenza.

8. Benessere soggettivo. Il benessere soggettivo concerne la soddisfazione verso la propria vita, il proprio tempo libero e le aspettative e speranze verso il futuro.

Meno soddisfatte donne e anziani nei confronti della propria vita, aumentano comunque le speranze nei confronti del futuro, soprattutto nel Nord, fra gli uomini e i giovani.

9. Paesaggio e patrimonio culturale. Gli indicatori, in quest’area, analizzano la spesa dei comuni per la gestione del patrimonio culturale, ma anche l’erosione dello spazio naturale e la preoccupazione per esso.

Nel 2016 diminuisce la spesa dei Comuni per i beni culturali: si passa dai 22,3 euro per abitante del 2010 a 18,7 euro. Tuttavia è forte il divario tra Centro-Nord e Sud: nel primo caso le amministrazioni comunali spendono 23,8 euro pro capite rispetto agli 8,9 del secondo caso.

10. Ambiente. Le percentuali analizzate sono quelle relative alle emissioni di CO2, all’energia da fonti rinnovabili, all’inquinamento dell’aria e dei mari e alla preoccupazione per la perdita di biodiversità.

Per quanto nel 2017 sia migliorata la raccolta differenziata, che ha raggiunto il 55,5%, c'è stato un peggioramento della qualità dell’aria urbana, soprattutto al Nord. Restano invece stabili le emissioni responsabili dell’effetto serra (7,2 tonnellate pro capite).

11. Innovazione, ricerca e creatività. In questo caso, si individuano elementi come la presenza della ricerca, la percentuale di lavoratori della conoscenza, gli investimenti in ricerca e la mobilità dei laureati italiani.

La spesa in Ricerca e Sviluppo nel 2016 è aumentata dello 0,1% rispetto all’anno prima, così come nel 2017 sono aumentati gli investimenti in prodotti della proprietà intellettuale (+2,1%).

Nel 2017 è anche migliorata la situazione dei ‘cervelli in fuga’, con un tasso migratorio del -4,1 per mille rispetto al -4,5 del 2016.

12.  Qualità dei servizi. Il dominio ingloba elementi come l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali, legati alla distribuzione di acqua ed elettricità, alla soddisfazione per i servizi di mobilità.

Qui i segnali sono negativi: il 7,6% delle famiglie dichiara di aver avuto difficoltà ad accedere a servizi essenziali nel triennio 2015-2017. Le percentuali di disagio sono doppie al Sud.

Vi è malcontento anche per ciò che riguarda i trasporti, con una soddisfazione nei confronti dei mezzi pubblici che nel 2017 cala dell'1,4% rispetto all’anno prima.

 

L’elemento complessivo che si evince da questa analisi è che le misure del Bes, nell’ultimo anno, sono migliorate debolmente rispetto all’anno precedente: si ha una variazione positiva nel 40% degli indicatori, mentre restano più o meno stabili il 29,1% di essi, e peggiorano il 31,8%.

In particolare, gli aspetti in cui il benessere migliora sono Innovazione, ricerca e creatività (86%), Benessere economico (80%), Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (67%).

Al contrario, peggiora notevolmente il dominio legato alle Relazioni sociali (più del 30% di indicatori ‘al ribasso’).

Nel documento, è presente anche un’analisi territoriale che presenta forti divari in Italia. Le disuguaglianze, tuttavia, non sono necessariamente collegate al divario tra Nord e Sud: ad esempio, tra Lombardia e Lazio ci sono distanze di reddito, mentre all’interno di Marche e Umbria le disuguaglianze si concentrano sulla soddisfazione di vita.