Da gennaio in Europa nuove norme per agricoltura e sviluppo rurale

I miglioramenti ai quattro regolamenti della Pac sono conformi al nuovo orientamento della Commissione per un equo tenore di vita per gli agricoltori, protezione dell’ambiente e lotta contro i cambiamenti climatici.

Dare impulso alla semplificazione e alla modernizzazione della Politica agricola comune (Pac 2014-2020) rispetto all’ultima riforma del 2013. È questo lo scopo delle norme concordate dalle tre istituzioni europee a seguito di intensi negoziati svoltisi tra l’estate e l’autunno 2017.

L’oggetto del dialogo è stato il cosiddetto “pacchetto omnibus”, un insieme di norme volte a modificare il regolamento finanziario che disciplina l'esecuzione del bilancio dell'Ue nonché 15 atti legislativi settoriali, tra cui gli atti di base della Pac. Ma mentre molte parti della proposta Omnibus devono ancora essere finalizzate e approvate, il Parlamento e il Consiglio Ue hanno deciso di scorporare le disposizioni sull’agricoltura e lo sviluppo rurale per adottarle come atto giuridico indipendente, entrato in vigore il 1° gennaio 2018.

Le modifiche apportano una serie di miglioramenti tecnici ai quattro regolamenti della Pac: il regolamento sui pagamenti diretti (Regolamento 1307/2013), quello sul sostegno allo sviluppo rurale (Regolamento 1305/2013), sull’organizzazione comune di mercato (Regolamento 1308/2013) e il regolamento orizzontale (Regolamento 1306/2013).

Ecco le principali novità:

  • Viene resa più facile, per le amministrazioni nazionali e le aziende, l’applicazione del cosiddetto pagamento ecologico (green direct payment), che rappresenta il 30% del sostegno al reddito degli agricoltori e la cui erogazione per ettaro di superficie è legata al rispetto di pratiche agricole favorevoli all’ambiente. Sono stati infatti allentati i limiti per la diversificazione delle colture sommerse e ampliate le specie vegetali la cui coltivazione consente di qualificare una superficie agricola come area di interesse ecologico.
  • Diventa facoltativa la distinzione tra agricoltore “attivo” e “non attivo”, secondo la quale gli Stati membri dovrebbero astenersi dall’erogare i pagamenti diretti ai soggetti la cui attività agricola risulti marginale.
  • Sono rafforzati gli incentivi per gli agricoltori under 40, permettendo agli Stati membri di aumentare dal 25% al 50% i pagamenti supplementari e introducendo la garanzia che tutti i giovani agricoltori possano beneficiare interamente del periodo quinquennale di assegnazione per questi pagamenti, purché la richiesta avvenga entro cinque anni dal loro insediamento.
  • In termini di sostegno allo sviluppo rurale, la principale novità riguarda la gestione del rischio per assistere gli agricoltori, con l’introduzione di alcuni miglioramenti ai regimi di assicurazione per consentire compensazioni fino al 70% per gli agricoltori il cui reddito o la cui produzione subisca una riduzione di almeno il 20%. C’è poi la semplificazione degli strumenti di stabilizzazione del reddito e l’introduzione di uno strumento di stabilizzazione settoriale.
  • Viene rafforzata la posizione contrattuale dei produttori organizzati nella filiera alimentare, ad esempio attraverso l’introduzione, valida in tutti i settori agricoli, del diritto degli agricoltori di chiedere un contratto scritto di coltivazione o di vendita anche laddove lo Stato membro non ne abbia resa obbligatoria la stipulazione.

Le modifiche sono conformi al nuovo orientamento della Pac dopo il 2020, delineato dalla Commissione il 29 novembre 2017 in una comunicazione sul futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura. Quest’ultima recepisce i risultati di una consultazione pubblica lanciata il 2 febbraio 2017, secondo la quale la maggior parte degli europei sarebbero a favore del mantenimento di una Pac forte, ma più semplice e flessibile, oltre che più focalizzata sulle sfide chiave dell’agricoltura quali la garanzia di un equo tenore di vita per gli agricoltori, la protezione dell’ambiente e la lotta contro i cambiamenti climatici.

Consulta:

di Lucilla Persichetti

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