Entro il 2050 saremo 10 miliardi: ENEA firma con la FAO un accordo per assicurare il cibo a tutti

Destinatari del piano sono soprattutto i Paesi in via di sviluppo: l'accordo è stato firmato anche da CNR, ISPRA e CREA

ENEA, CNR, CREA e ISPRA hanno firmato con la FAO un accordo che mira ad un intenso programma di cooperazione destinato ai Paesi in via di sviluppo per ciò che riguarda lo sviluppo dell’innovazione agricola, la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo di nuove tecnologie per mantenere una buona qualità del cibo e la gestione di suolo e risorse idriche.

Infatti, secondo la FAO entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà 10 miliardi di persone, con conseguente aumento del fabbisogno alimentare, e quindi con la necessità di più cibo per tutti.

In virtù di ciò, queste istituzioni italiane si sono impegnate con la FAO a mettere a disposizione, per un periodo di tre anni, competenze e risorse in modo da affrontare la questione della sostenibilità alimentare e ambientale in modo completo.

Negli ultimi tre anni, la FAO e gli istituti italiani di ricerca hanno organizzato seminari sulla sostenibilità alimentare e agricola, e hanno fornito dati fondamentali per il Codex Alimentarius, un elenco di linee guida e buone pratiche per monitorare la sicurezza e la qualità del commercio internazionale di alimenti.

Afferma Roberto Morabito, responsabile del dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi Territoriali dell’ENEA: “Grazie a questo Memorandum of Understanding con la FAO, che vede ISPRA aggiungersi a un partenariato tecnico scientifico di altissimo livello già in atto con le altre istituzioni di ricerca, si rafforza l’alleanza per la promozione dell’agricoltura verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e in particolare il miglioramento della produzione alimentare e la nutrizione nei Paesi in via di sviluppo. Il nostro obiettivo è di tradurre questa intesa su temi per noi prioritari come quelli della sostenibilità delle produzioni agroalimentari e dei territori, soprattutto in Africa e nel Bacino del Mediterraneo, attraverso l’uso efficiente delle risorse naturali e la chiusura dei cicli produttivi, creando valore aggiunto a cascata lungo le filiere produttive”.