La Fao avverte: la fame nel mondo è tornata ad aumentare

Nell’ultimo anno, il numero di persone denutrite a livello globale è cresciuto di 38 milioni e sono aumentati anche i tassi di obesità. Più lontani dall’Obiettivo di un mondo a fame zero secondo un Rapporto Onu.

I dati evidenziati dal nuovo “The state of food security and nutrition in the world 2017” suggeriscono che siamo tutt’altro che sulla buona strada per raggiungere l’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2, che si prefigge di porre fine alla fame e migliorare la nutrizione per tutti. Il Rapporto, pubblicato dalla Fao(Food and Agriculture Organization) in partnership con l’Ifad (International Fund for Agricultural Development), l’Unicef (United Nations Children’s Fund), il Wfp (World Food Programme) e la Who(World Health Organization), è tra l’altro il primo in cui lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione sono esplicitamente valutati in relazione ai Target 2.1 (porre fine alla fame) e 2.2 (porre fine ad ogni forma di malnutrizione) dell’Agenda 2030.

Secondo il documento, il numero di persone nel mondo che vivono in uno stato di insicurezza alimentare ha ripreso a crescere per la prima volta dal 2003. La tendenza ha avuto inizio pochi anni fa, quando le persone denutrite sono passate dai 775,4 milioni del 2014 ai 777 milioni del 2015. I dati registrati nel 2016 sono ancora più sconcertanti e rivelano che oggi soffrono la fame 815 milioni di persone. In particolare, la sicurezza alimentare è peggiorata nell’Africa sub-Sahariana, nel Sud-Est Asiatico e in Asia occidentale, con picchi nelle zone interessate da conflitti. 

Ed è proprio l’aumento dei conflitti la causa principale della crescita dell’insicurezza alimentare globale. Di tutte le persone denutrite al mondo, infatti, 489 milioni vivono in zone interessate da guerre o violenza. E la proporzione sale se si considera la denutrizione infantile: il 75% di tutti i bambini sotto i cinque anni che soffrono di disturbi della crescita dovuti a un apporto insufficiente di nutrienti vive in zone di conflitto. Rispetto ai Paesi in stato di pace, la prevalenza di denutrizione nei Paesi in guerra è più alta dell’8%.

E se conflitti e fame sono strettamente legati, le recenti tendenze osservate dalle agenzie Onu si spiegano anche alla luce del rapido aumento di instabilità e violenza in diverse zone della terra: i conflitti non statali (guerre civili e conflitti interni) sono cresciuti del 125% rispetto al 2010, mentre quelli tra Stati sono aumentati del 60%. In molti casi, alla radice dell’instabilità politica c’è la competizione per risorse naturali limitate, spesso inasprita dagli effetti del cambiamento climatico.

Continuano poi a coesistere diverse forme di malnutrizione, per cui alti tassi di denutrizione infantile e anemia tra le donne si accompagnano a un aumento dei livelli di sovrappeso e obesità, soprattutto infantili. Per quanto riguarda gli adulti, i livelli di obesità sono cresciuti in tutte le regioni del mondo, ma sono l’America settentrionale, l’Europa e l’Oceania a registrare i tassi più alti: in queste regioni la patologia interessa il 28% della popolazione adulta, a fronte dell’11% in Africa e il 7% in Asia.

Scarica il Rapporto “The state of food security and nutrition in the world 2017”

di Lucilla Persichetti

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