Rapporto Legambiente: è il 2017 l'anno con il numero più alto di illeciti ambientali

Presentato a Roma il Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente: sconcertante il numeri di crimini ambientali, soprattutto al Sud

Lo scorso 9 luglio è stato presentato a Roma il Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, e l’intero documento dimostra come il 2017 sia stato l’anno che finora ha registrato il più alto numero di crimini ambientali e di inchieste per traffici illeciti di rifiuti.

In totale, si parla di:

  • 538 ordinanze di custodia cautelare emesse per reati ambientali (+139,5% rispetto al 2016)
  • 158 arresti per inquinamento ambientale, disastro e omessa bonifica
  • 614 procedimenti penali avviati (contro i 265 del 2016)

La massiccia presenza di denunce e misure contro i reati ambientali è frutto di una più adeguata applicazione della legge 68, motivo per cui Legambiente propone di formare in misura maggiore e più capillare le forze dell’ordine e della magistratura a proposito di questa normativa.

A proposito della legge 68 del 2015, dallo stesso Rapporto si evince che è stata applicata ben 484 volte nell'anno di riferimento, con 944 denunce, 25 arresti e 106 sequestri per un valore complessivo di oltre 11,5 milioni di euro.

Il Rapporto Ecomafia 2018 vede un netto incremento di reati nelle varie tipologie di azioni illegali contro l’ambiente, e ovunque c’è stato un aumento di denunce e sequestri effettuati, eccezion fatta per le infrazioni nell’ambito del ciclo illegale del cemento.

Per ciò che riguarda l’illegalità ambientale, nel 2017 si è verificato un incremento degli illeciti (+18,6% rispetto al 2016), con 30.692 reati ambientali, pari a 84 al giorno, e con quasi 40 mila persone denunciate e oltre 11 mila sequestri effettuati. Maglia nera per la Campania, che da sola conta il 14,6% di tutti i reati ambientali in Italia.

Anche le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti sono state particolarmente significative nel 2017, e hanno portato alla conclusione che si tratta del reato ecoambientale più diffuso, andando a ricoprire da solo il 24% degli illeciti totali. Si parla di 4,5 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati, pari a 181.287 Tir per 2500 chilometri. Tra le tipologie di rifiuti maggiormente coinvolti nei traffici illegali, si trovano i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i RAEE, i materiali plastici, gli scarti metallici, carta e cartone.

In crescita rispetto al 2016 anche i reati nel settore agroalimentare, con 37 mila crimini, ben 22 mila persone denunciate e 196 arresti. 2733 i sequestri, del valore che supera abbondantemente il miliardo di euro (contro i 700 milioni del 2016).

Preoccupanti anche i numeri delle infrazioni a danno della biodiversità e della cultura: più di 6 denunce per reati contro gli animali, e 7 mila infrazioni (+18% rispetto al 2016), mentre sono stati 719 i furti di opere d’arte nel 2017 (+26% rispetto al 2016).

Leggermente in flessione le infrazioni sul fronte del ‘ciclo illegale di cemento’ (3908 in un anno, 10,7 al giorno), mentre il 2018 risulta essere l’anno record per lo scioglimento delle amministrazioni comunali a causa delle infiltrazioni mafiose: 20 comuni sciolti nel 2017, e 16 comuni nel 2018 a partire da gennaio fino ad ora, il tutto accompagnato da 537 intimidazioni da parte dei clan nei confronti degli amministratori pubblici che operano a salvaguardia dell’ambiente.

Le Regioni più colpite dai reati ambientali sono proprio quelle a maggior presenza mafiosa.

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, commenta così la presentazione del Rapporto dell’associazione: “I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia dimostrano i passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, ma servono anche altri interventi, urgenti, per dare risposte concrete ai problemi del paese. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente”.

Un invito viene fatto dal presidente di Legambiente anche a chi si occupa di ambiente nella conduzione del Paese: “Contiamo sul contributo del ministro dell’ambiente Sergio Costa e sulla costruzione di maggioranze trasversali per approvare altre leggi ambientali di iniziativa parlamentare come avvenuto nella scorsa legislatura. Noi lavoreremo perché tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile, continuando il nostro lavoro di lobbying per rendere ancora più efficace la tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e delle imprese sane e rispettose della legge”. Una proposta di Legambiente verte proprio sull’accesso semplificato alla giustizia da parte delle associazioni che si occupano di salvaguardia della natura.