Ogni 5 secondi muore un bambino: il Report delle Nazioni Unite 2018

Redatto da OMS, Unicef, United Nations Population Division e World Bank Group, l'ultimo Report sulla Mortalità Infantile descrive una situazione migliorata ma ancora critica

18 settembre 2018

I numeri sulla mortalità infantile possono dire molto sulle condizioni socio-sanitarie di un intero popolo. I target del terzo SDG – Salute e Benessere – mirano anche a “mettere fine alle morti evitabili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età, con l’obiettivo per tutti i Paesi di ridurre la mortalità neonatale a non più di 12 su 1000 nati vivi e, per i bambini al di sotto dei 5 anni, ridurre la mortalità a non più di 25 su 1000 nati vivi”.

A che punto siamo? Una fotografia è appena stata fatta dal Rapporto sulla Mortalità Infantile 2018 di OMS, Unicef, United Nations Population Division e World Bank Group. Ciò che viene fuori è l’immagine di un’infanzia ancora troppo in pericolo, soprattutto nelle zone più povere e soprattutto nel primo mese di vita.

Nel 2017 (anno di aggiornamento dei dati) risultano infatti 6,3 milioni di decessi di bambini sotto i 15 anni, ossia uno ogni 5 secondi. Di questi, 5,4 milioni sono di bambini sotto i 5 anni. Ancora, di questi 5,4 milioni:

  • 2,5 milioni muoiono nel primo mese di vita
  • 1,6 milioni muoiono prima di compiere un anno
  • 1,3 milioni prima di compiere 5 anni.

È l’Africa subsahariana ad essere la regione che continua ad avere il più alto tasso di mortalità sotto i 5 anni: nel 2017, infatti, ci sono stati ben 76 decessi ogni 1000 bambini nati vivi, ossia 1 bambino su 13.

Inoltre, anche se il rischio di morte per i bambini fra i 5 e i 14 anni è inferiore rispetto ai più piccoli, ci sono ancora troppi decessi per cause evitabili, come malattie infettive, annegamento e incidenti stradali. Anche in questo caso, nascere in Africa Subsahariana aumenta di 15 volte il rischio di morire rispetto al nascere in Europa.

Le distinzioni non esistono solo fra Paesi diversi, ma anche all’interno dello stesso Paese: i tassi di mortalità al di sotto dei 5 anni nelle aree rurali sono superiori del 50% rispetto alle aree urbane. Inoltre, i figli di genitori non istruiti sembrano avere oltre il doppio di probabilità di morire prima dei 5 anni rispetto ai figli di genitori che hanno un’istruzione superiore.

Nonostante questi numeri, la mortalità infantile e preadolescenziale è comunque in calo, con un particolare successo riscontrato nella diminuzione dei decessi fra 1 e 5 anni: infatti, dal 2000 al 2017, se la mortalità neonatale è diminuita del 41% e quella nella fascia 5-14 anni del 37%, il numero di decessi tra 1 e 5 anni è diminuito del 60%.

Secondo Liu Zhenmin, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali, il metodo più efficace per contrastare la mortalità infantile è quello di ridurre la povertà e le ingiustizie sociali: “Questo nuovo rapporto mette in evidenza i notevoli progressi compiuti dal 1990 nella riduzione della mortalità tra bambini e giovani adolescenti. Ridurre la disuguaglianza aiutando i neonati, i bambini e le madri più vulnerabili è essenziale per raggiungere l'obiettivo degli SDGs sul termine prevenibile di morti nell’infanzia e per garantire che nessuno rimanga indietro”.