Sconfiggere la povertà
Sconfiggere la fame
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Energia pulita e accessibile
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Obiettivo 1 - Sconfiggere la povertà



In Italia Nel Mondo Proposte Target Approfondimenti

Il contesto italiano

In riferimento all'Obiettivo Sconfiggere la povertà, il Rapporto ASviS 2021 rileva una situazione particolarmente critica: nel 2020, infatti, si è registrato il peggior risultato sulla povertà assoluta da 15 anni. Tra le cause, come prevedibile, l’effetto sul reddito generato dal Covid-19. Il Rapporto osserva però al contempo che “le misure straordinarie messe in campo dal governo durante la pandemia hanno contribuito considerevolmente ad attenuare l’impatto negativo che questa ha avuto sul rischio di povertà”. L’Istat stima infatti che le azioni di contrasto a questo fenomeno abbiano ridotto nel 2020 il rischio di povertà dal 19,1 al 16,2%, nonostante oltre un milione di minori viva attualmente in povertà assoluta. Al calo hanno contribuito tanto le azioni già in essere, come Reddito di cittadinanza e Cassa integrazione (in misura pari allo 0,8%), quanto quelle introdotte durante l’emergenza, per esempio Reddito di emergenza e Bonus autonomi (in misura pari al 2,1%).

Se la povertà dei redditi è aumentata in misura minore di quella che si sarebbe verificata in assenza di questi provvedimenti, lo stesso non si può dire per la povertà dei servizi. L’accesso alla didattica a distanza è stato influenzato dalla condizione socioeconomica delle famiglie, nonché dai gap in termini di infrastrutture digitali esistenti nel Paese, generando forti disuguaglianze. Anche l’accesso ai servizi sanitari ha risentito dei marcati divari territoriali già presenti prima della pandemia, aggravati dall’eterogeneità con la quale il Covid-19 ha colpito i diversi territori italiani.

“Per il futuro, è necessario adottare un approccio multidimensionale al tema delle politiche contro la povertà, in grado di tenere conto tanto della povertà dei redditi quanto di quella dei servizi”, si legge nel Rapporto.

Dal 2016 al 2019 si osserva una tendenza positiva, grazie al miglioramento della grave deprivazione materiale e delle persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali. Nel 2020, però, si registrano gli effetti della crisi pandemica. Si può infatti notare una maggiore diffusione delle condizioni di povertà, osservando in particolare un incremento della povertà assoluta (che aumenta di 1,7 punti percentuali, attestandosi così al 9,4%, il valore peggiore di tutta la serie storica). Nello stesso anno si può osservare anche una riduzione della povertà relativa familiare (che passa dall’11,4% nel 2019 al 10,1% nel 2020). Questo trend è dovuto, come evidenziato dal rapporto “Le statistiche dell’Istat sulla povertà”, alla marcata riduzione della soglia con cui si calcola la povertà relativa familiare (1.001,86 euro da 1.094,95 del 2019), imputabile al consistente calo della spesa media mensile familiare per consumi, che al 2020 si attestava a -9%. Questo implica che alcune delle famiglie che si trovavano in povertà nel 2019 siano considerate attualmente fuori da questa condizione, sebbene la loro situazione non sia sostanzialmente cambiata.

Il contesto internazionale

La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni ci sono la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali.

La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza.

Fatti e cifre

  • 836 milioni di persone vivono ancora in povertà estrema.
  • Circa una persona su cinque nelle regioni in via sviluppo vive con meno di 1,25 dollari al giorno.
  • La stragrande maggioranza delle persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno appartiene a due regioni: Asia meridionale e Africa subsahariana.
  • Elevati indici di povertà sono frequenti nei Paesi piccoli, fragili e colpiti da conflitti.
  • Tra i bambini al di sotto dei cinque anni, uno su sette non ha raggiunto una statura adeguata alla sua età.
  • Nel corso del 2014, ogni giorno 42.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case in cerca di protezione a causa di conflitti.

Le proposte dell’ASviS su “Sconfiggere la povertà”

  • Unificare nel post-pandemia le misure del Reddito di emergenza (Rem) e del Reddito di cittadinanza (Rdc), integrando gli aspetti migliorativi del Rem, come l’abbassamento dei requisiti immobiliari e l’eliminazione del criterio di cittadinanza comunitaria, all’interno dell’impianto del Rdc. Il Rapporto ha infatti registrato che la maggiore generosità del Rem rispetto al Rdc e la parziale sovrapposizione con quest’ultimo hanno determinato situazioni potenzialmente inique: ad esempio, persone aventi lo stesso reddito hanno beneficiato di prestazioni diverse. Inoltre, il take up della misura è stato piuttosto basso (41% al dicembre 2020), complici una scarsa campagna di informazione e procedure di richiesta troppo complesse.
  • Rivedere l’assetto del Superbonus, la principale misura introdotta dal Pnrr in materia di efficientamento energetico di abitazioni private (finanziata fino al 2023), in chiave più re-distributiva, rendendola progressiva e semplificando ulteriormente le procedure. Il provvedimento presenta al momento forti caratteri regressivi, dovuti al fatto che non risulta parametrato al reddito e a causa degli ostacoli burocratici nella richiesta, che penalizzano fortemente i condomini, in cui è maggiore la concentrazione di famiglie a basso reddito.
  • Investire nella qualità dell’istruzione, oltre che nell’orientamento universitario, veicolando le risorse verso il capitale fisico, (ammodernamento delle strutture) e verso il capitale umano (formazione dei docenti). Questi investimenti dovranno rivolgersi prioritariamente al Mezzogiorno, dove la qualità dell’istruzione fornita è peggiore. “Positiva è infine la volontà di rafforzare il sistema di formazione professionale terziaria (Its)”, si legge nel Rapporto, “attraverso un capitolo di spesa e una riforma dedicata”.

I target

1.1 Entro il 2030, eliminare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, attualmente misurata come persone che vivono con meno di $1,25 al giorno

1.2 Entro il 2030, ridurre almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni nazionali

1.3 Applicare a livello nazionale sistemi adeguati e misure di protezione sociale per tutti, includendo i livelli minimi, ed entro il 2030 raggiungere sostanziale copertura dei poveri e dei vulnerabili

1.4 Entro il 2030, assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo alle risorse economiche, così come l'accesso ai servizi di base, la proprietà e il controllo sulla terra e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, adeguate nuove tecnologie e servizi finanziari, tra cui la microfinanza.

1.5 Entro il 2030, costruire la resilienza dei poveri e di quelli in situazioni vulnerabili e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima e ad altri shock e disastri economici, sociali e ambientali

1.a Garantire una significativa mobilitazione di risorse da una varietà di fonti, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo rafforzata, al fine di fornire mezzi adeguati e prevedibili per i paesi in via di sviluppo, in particolare per i paesi meno sviluppati, ad attuare programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue dimensioni

1.b Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e attenti alla parità di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta alla povertà


 
Obiettivo 2030 - N° 1 Sconfiggere la povertà

SDG1: Combattere la povertà. Interviste a Gianni Bottalico e Chiara Agostini