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Obiettivo 12 - Consumo e produzione responsabili



In Italia Nel Mondo Proposte Target Approfondimenti

Contesto italiano

In merito all'Obiettivo Consumo e produzione responsabili, secondo il Global Footprint Network, per l’anno 2021 l’Italia ha raggiunto l’Overshoot day il 13 maggio: ha consumato cioè più risorse di quante se ne possano rigenerare, e l’ha fatto con più di due mesi di anticipo rispetto alla media globale del 29 luglio. Eppure, dal punto di vista delle strategie e delle misure introdotte, nell’ultimo anno si è determinato un contesto favorevole per promuovere modelli responsabili di produzione e consumo e per accelerare la transizione verso un’economia circolare. 

Relativamente alla normativa europea, il programma Next Generation Eu, la legge europea sul clima, il Pacchetto Fit for 55, la decisione di fermare e invertire la deforestazione globale imputabile all’Ue, rappresentano alcuni importanti provvedimenti che vanno nella direzione di incentivare una rapida decarbonizzazione del sistema produttivo, ponendo come quadro di riferimento per gli interventi nazionali.

L’Italia ha recepito gli obiettivi comunitari con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e con il Decreto Semplificazioni, ma se non vuole perdere il primato europeo nel recupero e riciclo dei rifiuti e nell’economia circolare, dice il Rapporto, deve investire maggiormente nelle politiche di incentivo e sostegno alle pratiche di consumo e risparmio sostenibili.

 

Contesto internazionale

Il consumo e la produzione sostenibile puntano a “fare di più e meglio con meno”, aumentando i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita.

Fatti e cifre

  • Se la popolazione mondiale utilizzasse lampadine a risparmio energetico, si risparmierebbero 120 miliardi di dollari ogni anno.
  • Se la popolazione mondiale raggiungesse i 9,6 miliardi entro il 2050, servirebbero tre pianeti per soddisfare la domanda di risorse naturali necessarie a sostenere gli stili di vita attuali. 
  • L’uomo sta inquinando l’acqua mondiale in maniera più rapida rispetto alla capacità naturale di rigenerazione e purificazione delle fonti in fiumi e laghi.
  • Nonostante i progressi tecnologici che hanno promosso un aumento di efficienza energetica, l’uso dell’energia nei Paesi dell’OCSE continuerà a crescere di un altro 35% entro il 2020. L’utilizzo energetico di attività commerciali e abitazioni è il secondo settore dopo i trasporti per crescita dell’impiego di energia.
  • Nel 2013, un quinto del consumo complessivo dell’energia mondiale derivava da fonti rinnovabili.
  • 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vanno sprecate ogni anno, mentre quasi 1 miliardo di persone soffre di denutrizione e un altro miliardo soffre la fame.
  • Il consumo eccessivo di cibo produce effetti dannosi per la nostra salute e per l’ambiente.
  • 2 miliardi di persone nel mondo sono sovrappeso o obese.
  • La degradazione dei suoli, l’inaridimento dei terreni, l’utilizzo non sostenibile dell’acqua, l’eccessivo sfruttamento della pesca e il degrado dell’ambiente marino riducono la capacità delle risorse naturali di provvedere alla produzione alimentare.

Proposte

Le proposte dell’ASviS su “Produzione e consumo responsabili”

  • Sostenere i mercati dei beni di consumo prodotti in modo ambientalmente e socialmente sostenibile (anche garantiti da certificazione), inducendo così comportamenti virtuosi dei produttori e dei consumatori e disciplinando i claim ambientali per evitare greenwashing.
  • Istituire un catasto pubblico sull’utilizzo delle risorse: suolo, verde, idrico etc.
  • Promuovere il mercato delle materie prime seconde e dei materiali da fonte rinnovabile; la riduzione degli sprechi e l’utilizzo di materiali con crescente percentuale di riciclato; la progettazione di prodotti disassemblabili, riciclabili e a ridotto impatto ambientale.
  • Contrastare lo spreco alimentare a tutti i livelli del ciclo di vita del cibo, analizzando il fenomeno (per fasce sociodemografiche, stili di vita, abitudini e dimensione psicologica) e rimuovendo le barriere che ostacolano la gestione di eccedenze.
  • Capovolgere la logica economica di produzione, ponendo al centro l’impatto ambientale e sociale prima degli obiettivi economici e di accrescimento del Pil.
  • Adottare una politica di investimenti nel ciclo integrato dei rifiuti, soprattutto nel Mezzogiorno.
  • sviluppare un piano di progressivo riutilizzo circolare dei rifiuti, favorendo una cultura orientata alla circolarità (a partire dall’istruzione primaria), incrementare la raccolta differenziata e ridurre al massimo il conferimento in discarica.
  • Sostenere la finanza etica per gli investimenti Esg (environmental, social and corporate governance) ed estendere alle medie imprese l’obbligo di rendicontazione non finanziaria, oltre che una legge di due diligence sui diritti umani e ambientali per tutte le imprese.
  • Rafforzare il Green and social public procurement, dando piena applicazione al Codice degli appalti e ai Criteri ambientali minimi.
  • Trasformare i Sussidi ambientalmente dannosi in Sussidi ambientalmente favorevoli e in investimenti per supportare le filiere verdi e sostenibili.

Target

12.1 Dare attuazione al quadro decennale di programmi sul consumo e la produzione sostenibile, con la collaborazione di tutti i paesi e con l’iniziativa dei paesi sviluppati, tenendo conto del grado di sviluppo e delle capacità dei paesi in via di sviluppo

12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse naturali

12.3 Entro il 2030, dimezzare lo spreco pro capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto

12.4 Entro il 2020, ottenere la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l'ambiente

12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo

12.6 Incoraggiare le imprese, soprattutto le aziende di grandi dimensioni e transnazionali, ad adottare pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibilità nelle loro relazioni periodiche

12.7 Promuovere pratiche in materia di appalti pubblici che siano sostenibili, in accordo con le politiche e le priorità nazionali

12.8 Entro il 2030, fare in modo che le persone abbiano in tutto il mondo le informazioni rilevanti e la consapevolezza in tema di sviluppo sostenibile e stili di vita in armonia con la natura

12.a Sostenere i paesi in via di sviluppo a rafforzare la loro capacità scientifica e tecnologica in modo da andare verso modelli più sostenibili di consumo e di produzione

12.b Sviluppare e applicare strumenti per monitorare gli impatti di sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crei posti di lavoro e promuova la cultura e i prodotti locali

12.c Razionalizzare i sussidi ai combustibili fossili inefficienti che incoraggiano lo spreco, eliminando le distorsioni del mercato, a seconda delle circostanze nazionali, anche attraverso la ristrutturazione fiscale e la graduale eliminazione di quelle sovvenzioni dannose, ove esistenti, in modo da riflettere il loro impatto ambientale, tenendo pienamente conto delle esigenze specifiche e delle condizioni dei paesi in via di sviluppo e riducendo al minimo i possibili effetti negativi sul loro sviluppo in un modo che protegga le comunità povere e quelle colpite


 
Obiettivo 2030 - N° 12 Consumo e produzione responsabili

SDG 12: Produzione e consumo responsabili. Interviste a Eleonora Rizzuto e Valentino Bobbio