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Obiettivo 5 - Parità di genere



In Italia Nel Mondo Proposte Target Approfondimenti

Contesto italiano

In riferimento all'Obiettivo Parità di genere, il Rapporto ASviS evidenzia che il 2021 è stato l’anno in cui lo storico ritardo italiano in tema di empowerment femminile ha mostrato situazioni di particolare criticità. La pandemia ha aggravato, infatti, i gap strutturali del nostro Paese, in particolare per quanto riguarda la situazione delle donne, penalizzate più degli uomini in termini di perdita di posti di lavoro e gravate maggiormente dai carichi di cura, a causa della chiusura delle scuole e da un utilizzo non regolato dello smart working. Sono aumentati, inoltre, gli episodi di violenza tra le mura domestiche.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) attribuisce al tema della parità tra uomo e donna una rilevanza e una trasversalità rispetto a tutte le sue componenti, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda Onu: alla fine di ogni Missione c’è un paragrafo che indica gli obiettivi specifici di riduzione dei divari di genere. Tra gli elementi innovativi contenuti nel Piano: la clausola di condizionalità rispetto all’occupazione femminile e giovanile per la partecipazione delle imprese ai bandi di gara sui progetti del Pnrr; il cosiddetto Gender procurement, che negli appalti privilegia le aziende che non discriminano le donne, e la certificazione di genere. D’altra parte, occorre una definizione più stringente della quota di nuova occupazione femminile (adesso è 30% complessivamente tra giovani e donne). Inoltre, il Pnrr dovrebbe monitorare il perseguimento degli obiettivi in tema di riequilibrio di genere attraverso una più puntuale definizione delle misure, l’eventuale integrazione delle risorse europee con risorse nazionali e soprattutto attraverso la previsione di una governance partecipata e inclusiva, anche delle donne. Infine, rilevante è l’introduzione della Valutazione dell’Impatto di Genere ex ante per qualsiasi azione legislativa, una delle azioni trasversali abilitanti per l’intero Piano.

Il Rapporto ASviS sottolinea, infine, l’importanza della nuova Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 presentata dal governo, il primo documento programmatico che affronta in modo specifico le principali dimensioni legate al riequilibrio di genere, focalizzando l’attenzione su cinque priorità strategiche: lavoro, reddito, competenze, tempo e potere.

Tra il 2010 e il 2019 l’andamento italiano relativo al Goal 5 risulta positivo, dovuto al miglioramento della maggior parte degli indicatori elementari. In particolare, il Rapporto evidenzia il forte incremento delle donne elette nei consigli regionali (dal 2012 al 2019 l’indicatore passa dal 12,9% al 21,1%) e di quelle presenti nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa (dal 2010 al 2019 l’indicatore sale dal 4,5% al 36,1%).

Nel 2020, invece, il tasso di occupazione femminile tra il 2019 e il 2020 scende dal 53,8% al 52,7% (-1,1 punti percentuali rispetto a una riduzione del tasso di occupazione maschile pari a -0,8 punti), ben al di sotto della media Ue del 67,4% nel 2019; inoltre, il rapporto tra i tassi di occupazione delle donne con figli in età prescolare e di quelle senza figli si riduce di 0,9 punti percentuali, registrando nel 2020 un valore pari al 73,4%.

La speranza di vita femminile alla nascita, in crescita dal 2010 al 2019, presenta invece nell’ultimo anno una riduzione pari a un anno, attestandosi a 84,4 anni. Rispetto al rapporto di genere degli occupati specialisti in tecnologie di informazione e comunicazione, l’Italia si posiziona nel 2020 ben al di sotto dell’obiettivo europeo.

Contesto internazionale

Mentre il mondo ha fatto progressi nella parità di genere e nell’emancipazione delle donne attraverso gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (tra cui la parità di accesso all’istruzione primaria per ragazzi e ragazze), donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo.

La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.

Fatti e cifre

  • Circa i due terzi dei Paesi in regioni in via di sviluppo hanno raggiunto la parità di genere nell’istruzione primaria.
  • Nel 1990, in Asia meridionale, solo 74 bambine erano iscritte alla scuola primaria per 100 bambini. Nel 2012, i tassi d’iscrizione erano gli stessi per le ragazze e per i ragazzi.
  • Nell’Africa subsahariana, in Oceania e in Asia occidentale, le ragazze ancora incontrano ostacoli nell’accesso alla scuola primaria e secondaria.
  • In Nordafrica, le donne detengono meno di un quinto dei posti di lavoro retribuiti in settori non agricoli. La proporzione di donne che occupano posti di lavoro retribuiti al di fuori del settore primario è aumentato dal 35 % del 1990 al 41% del 2015.
  • In 46 Paesi, le donne detengono oltre il 30% di seggi nei parlamenti nazionali in almeno una Camera.

Le proposte dell’ASviS su “Parità di genere”

  • Istituire un tavolo di confronto istituzionale permanente con la società civile sulle politiche di genere, che si dovrà interfacciare con il governo nella discussione sull’attuazione della Strategia nazionale.
  • Ripensare il sistema dei servizi sociosanitari assistenziali, con attenzione alla medicina del territorio, che ha particolare rilevanza per le donne (si pensi al ruolo dei consultori), ma soprattutto con la valorizzazione della medicina delle differenze, in particolare di quella tra donne e uomini. 
  • Affrontare il problema dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice, promuovendo l’equilibrio di genere negli organi costituzionali, nelle autorità indipendenti e negli organi delle società quotate e non quotate controllate da pubbliche amministrazioni.
  • Costituire, con decreto ministeriale, il Comitato nazionale imprenditoria femminile che preveda il coinvolgimento di parti e forze sociali, per valutare richieste di accesso al Fondo sull’imprenditoria femminile.
  • Adottare una normativa nazionale per il superamento dei divari retributivi (gender pay gap), unitamente al monitoraggio e alle verifiche per una rapida approvazione della Direttiva europea.

Target

5.1 Porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di tutte le donne, bambine e ragazze in ogni parte del mondo

5.2 Eliminare ogni forma di violenza contro tutte le donne, bambine e ragazze nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico a fini di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento

5.3 Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato, e le mutilazioni dei genitali femminili

5.4 Riconoscere e valorizzare il lavoro di cura e il lavoro domestico non retribuiti tramite la fornitura di servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione della responsabilità condivisa all'interno del nucleo familiare, secondo le caratteristiche nazionali

5.5 Garantire alle donne la piena ed effettiva partecipazione e pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica

5.6 Garantire l'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi, come concordato in base al “Programma d'azione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo”[1] e la “Piattaforma di Azione di Pechino”[2] ed ai documenti finali delle conferenze di revisione

5.a Avviare riforme per dare alle donne pari diritti di accesso alle risorse economiche, come l'accesso alla proprietà e al controllo della terra e altre forme di proprietà, servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in accordo con le leggi nazionali

5.b Migliorare l'uso della tecnologia che può aiutare il lavoro delle donne, in particolare la tecnologia dell'informazione e della comunicazione, per promuovere l'empowerment, ossia la forza, l'autostima, la consapevolezza delle donne

5.c Adottare e rafforzare politiche concrete e leggi applicabili per la promozione dell'eguaglianza di genere e l'empowerment, ossia la forza, l'autostima, la consapevolezza, di tutte le donne, bambine e ragazze a tutti i livelli


 
Obiettivo 2030 - N° 5 Parità di genere

ANDREA LUCCHETTA per la Parità di Genere (SDG5)

SDG5: parità di genere. Interviste a De Conciliis, Colombo e Melani