Troppi gas serra? La risposta è l'economia circolare nei materiali da costruzione

Il rapporto di Circle Economy 2019 mette in guardia: per ridurre le emissioni nocive è necessario il riciclaggio, soprattutto nelle costruzioni edilizie e urbane

23 gennaio 2019

È stato presentato ieri, martedì 22 gennaio, il rapporto “The Circularity Gap Report 2019” dell’organizzazione Circle Economy, in occasione dell’apertura della riunione annuale del World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.

Il documento si concentra sull’importanza dell’economia circolare nella riduzione delle emissioni di gas serra, con i suoi principi chiave che sono il riutilizzo, il recupero e il riciclo che si possono applicare in settori come la costruzione edilizia dell’ambiente urbano. Si calcola infatti che quasi la metà di tutti i materiali che entrano in commercio (42,3 miliardi di tonnellate all’anno) siano utilizzati nella costruzione e manutenzione di case, uffici, strade e infrastrutture.

Questo si traduce in una massiccia quantità di emissioni di gas serra: Circle Economy calcola che il 62% delle emissioni globali di gas serra vengano rilasciate proprio durante l’estrazione, la lavorazione e la produzione di materiali, mentre solo il 38% viene emesso durante la loro commercializzazione o il loro utilizzo. Proprio per questo motivo, l’economia circolare, che prevede il riciclo e il riutilizzo, può essere di grande aiuto, come afferma anche Haralf Driedl, CEO di Circle Economy: “Riciclaggio, maggiore efficienza delle risorse e modelli di business circolari offrono enormi opportunità per ridurre le emissioni. Un approccio sistemico all’applicazione di queste strategie potrebbe ribaltare l’equilibrio nella battaglia contro il riscaldamento globale”.

“Le strategie sui cambiamenti climatici dei Governi – continua Friedl – si sono concentrate sulle energie rinnovabili, sull’efficienza energetica e sulla lotta alla deforestazione, ma hanno trascurato il grande potenziale dell’economia circolare”.

Economia circolare e costruzioni: le strategie dei vari Paesi

In quei Paesi in cui il parco immobiliare è in forte sviluppo, è necessario sostituire i metodi di costruzione tradizionali con altri innovativi e basati sull’economia circolare, in modo tale da evitare gli errori commessi in passato e utilizzare nuove tecniche all’avanguardia che riducano le emissioni di carbonio.

Nel report si fa l’esempio della Cina, dove la costruzione edilizia emette ogni anno 3,7 miliardi di tonnellate di gas serra: secondo Circle Economy, queste cifre sono destinate a raddoppiare entro il 2050, arrivando fino a 562 miliardi di tonnellate di materiali utilizzati e prodotti. In Cina meno del 2% dei materiali da costruzione è riciclato, ma il trend sembra destinato a salire.

Nei Paesi in cui l’economia basata sulle costruzioni è consolidata, invece, si deve puntare a massimizzare il valore degli edifici esistenti prolungandone la durata, migliorandone l’efficienza energetica e trovando loro nuovi usi quando necessario. Questo riguarda, ad esempio, l’Europa, dove l’obiettivo è aumentare riutilizzo e riciclaggio dei materiali da costruzione rispetto all’attuale 12%.

Tre strategie chiave per l’economia circolare

Il rapporto mette in evidenza tre principali strategie di economia circolare nel mondo delle costruzioni edilizie e nella mobilità:

  1. Ottimizzare l’utilità dei prodotti, prolungandone la durata, tramite una progettazione adeguata e dei programmi di manutenzione intelligenti.
  2. Potenziare il riciclaggio, utilizzando i rifiuti come risorsa. In questo caso, la progettazione modulare degli edifici e di tutto ciò che vi è connesso consentirebbe di riutilizzare elementi dismessi (come vecchi pannelli solari) riadattandoli a nuove esigenze.
  3. Progettare a fini circolari, andando a ridurre il consumo di materiali e utilizzando alternative a basse emissioni di carbonio. Ad esempio, mentre il cemento è un materiale ad alte emissioni di carbonio, il bambù e il legno assorbono il carbonio e durano per decenni. Inoltre, alla fine del loro ciclo di vita, possono essere bruciati per generare energia.

Per mettere in atto tutto questo, il rapporto si rivolge ai Governi per guidare il cambiamento. Questo può avvenire abolendo gli incentivi finanziari che incoraggiano l’uso eccessivo dei combustibili fossili, aumentando le tasse sulle emissioni e sulla produzione di rifiuti, investendo in ricerca e sviluppo nelle aree riguardanti la costruzione edilizia ecosostenibile.

Viene dunque fatto l'esempio virtuoso dei Paesi Bassi che si sono prefissati l'obiettivo di avere un'economia circolare al 50% entro il 2030, e al 100% entro il 2050.

di Giorgia Martino