Salute sessuale e riproduttiva: aumenta l'uso dei contraccettivi ma la fonte di informazione tra i giovani è il web
Lo Studio Nazionale Fertilità mostra lacune nelle conoscenze sul tema fra giovani e adulti: scarse informazioni anche da parte dei medici
21 febbraio 2019
È stato presentato a Roma al Ministero della Salute il Progetto “Studio Nazionale Fertilità”. Lo studio, promosso dal Ministero stesso, è stato affidato all’Istituto Superiore di Sanità con la partecipazione dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova e dell’Università degli Studi di Bologna.
Il Progetto ha visto stilare i dati di quattro indagini condotte sulle conoscenze, i comportamenti e gli atteggiamenti in ambito sessuale e riproduttivo di adolescenti, studenti universitari, adulti e professionisti sanitari.
Nella ricerca è stato reclutato un campione complessivo di tutta Italia, con il supporto delle Regioni sia nel settore sanitario che nella scuola.
Indagine sugli adolescenti (16-17 anni)
- L’89% dei maschi e l’84% delle femmine si rivolge ad Internet per sapere di più su tematiche sessuali e riproduttive.
- Il 40% si rivolge anche agli amici
- Poco più di un ragazzo su cinque parla in famiglia.
- Solo 3 ragazzi su 10 e 2 ragazze su 10 sanno che la gonorrea si può trasmettere attraverso i rapporti sessuali.
- Il 20% dei giovanissimi credono addirittura che i metodi contraccettivi come pillola o anello vaginale proteggano dalle malattie a trasmissione sessuale
- Solo il 3% dei ragazzi e il 7% delle giovanissime si sono rivolti ai consultori, mentre il 16% delle adolescenti femmine e il 29% dei maschi non sa nemmeno cosa sia
- Nonostante siano così poco informati, gli adolescenti fanno sesso: il 35% dei maschi e il 28% delle femmine rivela di aver avuto rapporti completi.
- I metodi contraccettivi più conosciuti sono pillola (96%) e preservativi (99%). L’utilizzo del preservativo, soprattutto, tende ad aumentare (più del 70% al primo rapporto), ma vengono utilizzati anche metodi meno affidabili, come il coito interrotto (25%) e calcolo dei giorni fertili (11%).
- Il livello di conoscenze dei temi sulla sessualità e la salute riproduttiva vede un gap tra Nord e Sud del Paese: solo il 33% degli adolescenti del Sud ha partecipato a corsi/incontri sul tema, contro il 78% degli adolescenti del Nord.
Indagine sugli studenti universitari
- 1 studente su 4 fuma, 2 su 3 consumano alcolici e 3 su 4 sanno che queste abitudini influenzano la fertilità sia maschile che femminile.
- L’83% ha già avuto rapporti completi
- Il 95% ha dichiarato di usare metodi contraccettivi nei rapporti abituali: preservativo (71%), pillola (46%), coito interrotto (24%).
- Il 22% dichiara di aver avuto rapporti occasionali non protetti.
- Il 40% degli studenti pensa che la fertilità maschile non si riduca mai
- Più del 90% si informa su Internet sul tema
- Il 75% delle studentesse ha fatto una visita ginecologica, mentre solo il 25% degli uomini è stato dall’andrologo.
- Solo il 34% delle studentesse e il 13% degli studenti si sono rivolti ad un consultorio.
Indagine sugli adulti (18-49 anni)
- Solo il 5% del campione è consapevole del fatto che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i 30 anni: il 27% pensa che accada intorno ai 44 anni.
- 9 persone su 10 pensano che gli uomini vedano ridurre la propria fertilità dopo i 45 anni (mentre in realtà avviene prima)
- Il 44% degli intervistati dichiara di non essere intenzionato ad avere figli, e le motivazioni sono principalmente economiche e lavorative, seguite da problemi personali, di salute o legati alla gestione della famiglia.
Indagine sui professionisti
Lo studio ha coinvolto i professionisti della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) e della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg). Hanno inoltre risposto ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi e personale ostetrico.
Per quanto riguarda i pediatri di famiglia e i medici generali c’è un buon livello di conoscenza in ambito di salute sessuale e riproduttiva, ma esistono lacune di tipo settoriale.
Tra i pediatri di libera scelta, ad esempio, non è chiara l’importanza di alcune vaccinazioni e del peso forma per preservare la fertilità. Inoltre, sono scarse le informazioni fornite agli adolescenti sulle malattie sessualmente trasmissibili.
Tra i medici di medicina generali, invece, le aree da migliorare riguardano le integrazioni da suggerire in gravidanza nonché le tempistiche per iniziare i primi accertamenti su una possibile infertilità.
Ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi e personale ostetrico hanno invece buone conoscenze della tematica nella maggioranza dei casi.