Agroalimentare sostenibile

Il cambiamento climatico e le emergenze mondiali che ne derivano, così come gli effetti della pandemia sulla salute delle persone e sugli equilibri socio-economici globali, rendono urgenti e necessarie azioni condivise verso la transizione ecologica. In tale complesso scenario la sostenibilità dovrebbe essere percepita non solo come un obiettivo e un dovere ma anche come un’opportunità che può portare vantaggi tangibili a chi la adotta, individui e gruppi
sociali, enti e istituzioni, grandi, medie e piccole imprese.
Il settore agroalimentare è uno dei punti cardine delle agende politiche nazionali e sovranazionali come riconosciuto dalla strategia “Farm to Fork” prevista dall’European Green Deal, ed è il tema al centro dei grandi appuntamenti internazionali di questo anno, il G20 Agricoltura a presidenza italiana e il Food System Summit . Questi importanti eventi indentificano la transizione ecologica un fattore chiave per la ripresa post-pandemica e il ruolo dell’agroalimentare quale settore decisivo per la risoluzione dei problemi. Il motivo è chiaro: dalla sostenibilità delle filiere agroalimentari dipende la qualità dell’alimentazione a livello globale, la preservazione degli ecosistemi, la sconfitta della fame e anche la competitività delle aziende che dovranno adeguarsi alla transizione ecologica.
Adottare la “grammatica” della sostenibilità diventa l’unica strada possibile per accelerare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili. In questo contesto, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sì’” rappresentano due cornici di riferimento fondamentali per il raggiungimento della sostenibilità nelle sue dimensioni ambientale, economica e sociale. Sensibilizzare e promuovere a livello internazionale, nazionale e locale questi temi e supportare, soprattutto, lo sviluppo di strumenti concreti di attuazione degli obiettivi che l’intera comunità è chiamata a realizzare è ora più che mai indispensabile.
Rispetto al settore dell’agroalimentare, ad esempio, affinché a livello nazionale il nostro Paese si avvii concretamente verso la transizione ecologica bisogna innanzitutto parlare di infrastrutture e quindi considerare la necessità di adeguati investimenti per i quali si ricorrerà al Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza (PNRR). Ad esempio, l’agricoltura di precisione e l’utilizzo di strumenti digitali nell’ambito agricolo richiedono copertura in termini di banda larga che garantisca l’accesso alla rete. 
Senza servizi, strutture ed infrastrutture è impensabile parlare di transizione ecologica. Allo stesso tempo è importante che cambino i comportamenti dei singoli così come di tutti gli attori: le imprese, in particolare, dovrebbero comprendere che la sostenibilità è un’opportunità e che l’innovazione è un potente motore di accelerazione verso il cambiamento, capace di rendere la sostenibilità non solo giusta e necessaria ma anche redditizia. Questo comporterebbe effetti positivi sui mercati, i finanziatori, gli investitori, aiutando le imprese non solo dal punto di vista etico e della giustizia intergenerazionale ma
anche dal punto di vista economico. L’innovazione assume, quindi, un valore esponenziale quando si parla di sostenibilità: una sfida che nessuno vince da solo. 

L’impegno di Obiettivo 2030 insieme al professor Angelo Riccaboni e al centro Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, è proprio quello di lavorare in una logica di cooperazione e partnership creando sinergie e lavorando in stretto contatto con vari enti, tra cui fondazioni, istituti di alta ricerca ed alta formazione, aziende e associazioni di categoria per offrire soluzioni innovative sostenibili e di supporto alle imprese nel percorso di transizione verso la sostenibilità.

Proprio a Siena, infatti, grazie al contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, il Santa Chiara Lab ha realizzato “Siena Food Lab”, un progetto di alta formazione che promuove l’adozione di innovazione nel settore agrifood. Il progetto accompagna 60 aziende agricole del territorio senese in un processo di crescita ed introduzione di nuovi strumenti di agricoltura di precisione per lo sviluppo sostenibile nei settori della viticoltura, olivicoltura e cerealicoltura. Ebbene, in pochi mesi, queste imprese hanno introdotto una serie di innovazioni tecnologiche quali sensori, centraline, strumenti digitali di analisi per le previsioni del tempo, con importanti ricadute positive non solo nella gestione dei propri interventi in termini, ad esempio, di uso di fertilizzanti, antiparassitari in campo, ma anche nel supporto alle decisioni e nei processi produttivi.
Siena Food Lab è un chiaro esempio di come grazie all’innovazione sia possibile coniugare in maniera efficace ed efficiente sostenibilità e reddittività e declinare quella grammatica della sostenibilità capace di rispondere concretamente alle sfide della transizione ecologica. L'auspicio  è che il progetto possa diventare un modello di riferimento replicabile anche in altri contesti.